Il Parlamento europeo da tanta importanza alla transizione alla mobilità #GreenJustANDResiliente
In vista della votazione plenaria del 7 giugno al Parlamento europeo sugli standard di CO2 per auto e furgoni, le esigenze dei cittadini dovrebbero essere considerate in relazione a come raggiungere una mobilità climaticamente neutra, fornendo opzioni convenienti, scelta e la stessa comodità e la qualità della vita che gli europei si aspettano. Per fare ciò, dobbiamo implementare tutte le soluzioni efficaci ed efficienti che funzionino per il clima, per i cittadini e proteggano la competitività delle nostre industrie.
Uno spostamento verso la prudenza
Con il pacchetto “Fit for 55” lo scorso luglio, la Commissione europea ha presentato la sua proposta per portare l’UE sulla traiettoria verso la neutralità climatica entro il 2050. La Defossilizzazione del settore dei trasporti, responsabile di circa un quarto delle emissioni di CO2 dell’UE, è considerato fondamentale per raggiungere questo obiettivo. Una delle principali leve per ridurre le emissioni dell’industria automobilistica in particolare, sono gli standard di CO2 per auto e furgoni. Attualmente sono in discussione in Parlamento vari emendamenti alla proposta della Commissione, i principali dei quali sono l’obiettivo stesso, un regime di credito per il carburante e la valutazione del ciclo di vita (LCA).
I fornitori di automobili sono pienamente dietro la tendenza all’elettrificazione, ma la transizione deve essere gestita adeguatamente. I membri del Parlamento europeo e del Consiglio dell’Unione europea sono sempre più consapevoli del fatto che la trasformazione deve concentrarsi sull’ambiente, ma deve anche trovare il giusto equilibrio tra la dimensione sociale e quella industriale. In altre parole, dovrebbe essere verde, giusto e resiliente.
Il motore a combustione interna (ICE) è ancora un punto di discussione. I risultati incoraggianti della recente votazione della commissione ENVI sugli standard di CO2 per auto e furgoni tengono aperta la porta in Aula per riconoscere il contributo che gli ICE avanzati possono svolgere nella transizione verso una mobilità climaticamente neutra attraverso l’uso di combustibili rinnovabili sostenibili.
Come ho già sottolineato nel mio Editoriale di febbraio, dopo l’entusiasmo inizialmente suscitato dal pacchetto “Fit for 55”, un approccio più sensato e pragmatico ha iniziato a prendere piede all’interno delle istituzioni dell’UE e nel settore automobilistico. Gli sviluppi recenti non fanno che confermare questa tendenza alla prudenza.
In vista della votazione plenaria sulla CO2
In effetti, tutti gli emendamenti in commissione ENVI sono stati respinti, sia quelli a favore di standard più severi proposti dal relatore sia quelli a favore di un obiettivo di emissioni di CO2 adeguato al 90% nel 2035, rispetto ai livelli del 2021. Quest’ultimo è passato sia in commissione ITRE che TRAN prima del voto di ENVI, indicando un ampio sostegno all’apertura tecnologica.
Tutti e tre i comitati hanno approvato la richiesta alla Commissione di sviluppare una metodologia dell’intero ciclo di vita per la valutazione delle emissioni di CO2 dei veicoli. Questa è una chiara indicazione del fatto che l’attuale misurazione del solo tubo di scappamento per la CO2 è insufficiente per valutare la vera impronta di carbonio di un veicolo.
A seguito del recente rapporto dell’IPCC che richiede una metodologia LCA e del primo tentativo del Green NCAP di sviluppare una metodologia LCA completa per consentire ai consumatori di determinare quanto sia veramente verde il loro veicolo, sembra che il Parlamento stia seguendo l’esempio e confermando i meriti della posizione di lunga data di CLEPA sulla necessità di un approccio globale alla misurazione della CO2 di un’auto, mettendo tutte le tecnologie di propulsione su un piano di parità. Un approccio dal pozzo alla ruota, che tenga conto di come viene prodotta l’energia per alimentare un veicolo, sarebbe un buon primo passo verso una LCA completa.
La guerra in corso in Ucraina sta anche spingendo l’Europa a riconsiderare la sua dipendenza energetica dalla Russia. In effetti, dobbiamo mantenere aperte le nostre opzioni, lasciare che le aziende si adattino alle loro realtà locali e regionali e implementare un’ampia varietà di tecnologie che si basano su diversi materiali e fonti di energia. Come ha affermato questa settimana Fatih Birol, direttore esecutivo dell’Agenzia internazionale per l’energia al World Economic Forum di Davos, “Il mondo non ha bisogno di scegliere tra una crisi energetica e una crisi climatica”, e non potrei essere più d’accordo.
Il piano REpowerEU presentato la scorsa settimana dalla Commissione Europea prevedeva anche massicci investimenti a sostegno della produzione di carburanti rinnovabili per autotrazione. A questo proposito, l’adozione in plenaria di un sistema di credito volontario per combustibili rinnovabili – raccomandato anche dalla commissione TRAN – sarebbe un passo importante e necessario per incentivare gli investimenti e l’espansione del mercato di questi combustibili.
L’impatto dei problemi in corso sulla catena di approvvigionamento, non solo a seguito della guerra in Ucraina, ma anche dei blocchi cinesi, stanno portando il settore ad adottare un approccio più cauto. Diversi produttori di veicoli elettrici, tra cui il CEO di Tesla Elon Musk, hanno dovuto rivedere i loro obiettivi di vendita a causa dell’aumento dei prezzi delle materie prime e delle continue interruzioni della catena di approvvigionamento.
L’apertura tecnologica guadagna terreno
CLEPA ha sostenuto l’apertura tecnologica sugli standard di CO2 al fine di rafforzare l’innovazione, le persone e la competitività dell’UE. Se vieti le tecnologie, poni vincoli e limitazioni alle risorse, alle scelte, ai posti di lavoro e all’economia. Al bando i combustibili fossili, non le tecnologie. Sfruttiamo decenni di investimenti nella tecnologia avanzata ICE, aumentando al contempo la nostra catena del valore e infrastruttura delle batterie.
L’enormità della posta in gioco richiede flessibilità, poiché chiaramente non esiste una sfera di cristallo su ciò che ci aspetta. Se c’è una lezione da tutto questo, è che la diversificazione è fondamentale. L’ambizioso obiettivo della mobilità a emissioni zero non può essere raggiunto con una sola tecnologia prescritta, ma piuttosto con soluzioni complementari.
Il ruolo del Parlamento europeo è proprio quello di fungere da intermediario tra le istituzioni ei cittadini dell’UE, e ci auguriamo che il 7 giugno i deputati mettano le persone al centro della transizione e non lascino davvero nessuno indietro.
Sigrid de Vries
Segretario generale del CLEPA
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