Gli pneumatici energeticamente efficienti fanno la differenza – in che maniera i guidatori possono influire sull’impronta carbonica dei propri pneumatici?
Il consumo di carburante durante la guida rappresenta il maggior fattore di impatto ambientale nel corso del ciclo di vita di uno pneumatico. Scegliendo pneumatici con bassa resistenza al rotolamento e controllando regolarmente la pressione degli pneumatici, i guidatori potranno non solo migliorare l’efficienza energetica, ma anche contribuire all’ecocompatibilità della guida. Vi sono poi anche altri fattori che incidono sull’impronta carbonica degli pneumatici, come le materie prime e le emissioni sviluppate in fase di produzione.
“Esistono diverse modalità concrete che consentono ai guidatori di avere un impatto positivo sull’ecocompatibilità nella circolazione. Più dell’80% dell’impronta carbonica di uno pneumatico viene creato durante l’impiego dello stesso. Una scelta ponderata degli pneumatici, la giusta pressione delle gomme e un attento stile di guida sono fattori che riducono significativamente le emissioni prodotte durante la guida”, sostiene Teppo Huovila, vicepresidente e responsabile per la qualità e sostenibilità presso Nokian Tyres.
Il diossido di carbonio è il gas a effetto serra più importante, generato dalla circolazione. Durante l’uso di un’auto con motore a combustione interna viene rilasciato CO2 dal tubo di scappamento. In genere circa un sesto di queste emissioni è il risultato dell’energia consumata per via della resistenza al rotolamento degli pneumatici. Per quanto riguarda i veicoli elettrici, la resistenza al rotolamento è responsabile di addirittura un quarto delle emissioni.
Per esempio, se un veicolo con motore a combustione emette 120g di CO2 per chilometro, la resistenza al rotolamento degli pneumatici sarà pari a 20g/km. Più bassa è la resistenza al rotolamento degli pneumatici, meno carburante ci vorrà per viaggiare. Nei veicoli elettrici, resistenza al rotolamento ridotta è sinonimo di maggiore autonomia e minor consumo di elettricità. Pertanto, riducendo la resistenza al rotolamento si riducono anche le emissioni di CO2 e l’impronta carbonica.
La resistenza al rotolamento degli pneumatici può variare significativamente a seconda dei casi. E queste differenza sono importanti non solo per l’ambiente, ma anche per il proprietario della vettura. L’etichettatura pneumatici UE descrive l’efficienza del consumo di carburante su una scala da A a E. Per esempio, uno pneumatico di classe B consuma circa 0,1 litri di carburante in meno su 100 km rispetto ad uno pneumatico di classe C (e 0,2 litri in meno rispetto ad uno di classe D).
La resistenza al rotolamento media degli pneumatici Nokian Tyres è stata ridotta dell’8,5%, rispetto al 2013. In altre parole, si tratta dei gas di scarico di ben 65.000 auto all’anno.
Anche l’impronta carbonica relativa alla produzione e le materie prime contribuiscono all’ecocompatibilità degli pneumatici
Oltre alla resistenza al rotolamento vi sono anche altri fattori che incidono sull’impronta carbonica degli pneumatici, come le materie prime e le emissioni sviluppate in fase di produzione.
“Rispetto al 2015 abbiamo già ridotto le emissioni di gas a effetto serra (per tonnellata di produzione) del 43% e non vediamo l’ora di avviare i lavori di realizzazione del primo stabilimento di produzione con zero CO2nell’industria degli pneumatici, per ridurre le emissioni ancora di più”, dichiara Huovila.
Gli pneumatici sono realizzati con più di 100 materiali diversi e anch’essi rappresentano un fattore importante quando c’è da valutare l’ecocompatibilità degli pneumatici. Molte materie prime riciclate e rinnovabili sono considerate come materiali particolarmente sostenibili. La sostenibilità e l’ecocompatibilità delle materie prime costituiscono dei fattori fondamentali nelle scelte del materiale presso la Nokian Tyres.
“Entro il 2030 puntiamo ad aumentare del 50% la quota di materie prime riciclate o rinnovabili nei nostri pneumatici. L’utilizzo di nuove materie prime richiede un ingente lavoro in termini di sviluppo del prodotto e test (dato che i nuovi materiali possono influenzare vari tipi di proprietà). E ovviamente, quando si introducono nuovi materiali ecocompatibili nel processo di produzione, bisogna stare attenti a non alterare assolutamente le caratteristiche di sicurezza dello pneumatico”, spiega Huovila.
La corretta pressione degli pneumatici ottimizza il consumo di energia e aiuta a prevenire danni agli pneumatici
In termini di efficienza energetica bisogna prestare attenzione alla facilità di rotolamento della gomma ed anche alla sua corretta pressione. Se la pressione è troppo bassa, aumenterà non solo il consumo di carburante ma anche il rischio di danni allo pneumatico. Ecco perché il controllo regolare della pressione delle gomme è una modalità semplice ed efficace da seguire per influire positivamente sull’ecocompatibilità e sulla sicurezza al volante.
Come regola generale, la pressione degli pneumatici va controllata una volta al mese. Se si è soliti trasportare carichi di una certa pesantezza, la pressione delle gomme deve essere di 0,2 bar in più rispetto alla norma”, ricorda Huovila.